Secondo quanto riporta La Repubblica, il Presidente del Consiglio avrebbe detto quanto segue:
“Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori”
Ora:
– insegno in una scuola paritaria salesiana e il mio servizio è pubblico; sono diplomato SSIS (III ciclo) a pieni voti, nonché abilitato all’insegnamento da una commissione statale. Per questi motivi sono quindi annoverabile tra i docenti delle scuole dello Stato
– ho studiato per cinque anni presso il Liceo Scientifico Statale “Alvise Cornaro” di Padova, istituto considerato “di sinistra”, secondo banale vulgata. Non ho mai ricevuto, né esplicitamente, né velatamente messaggi partitici, né ideologici. I miei insegnanti migliori, Giuseppe della Frattina e Maria Teresa Vendemiati, non possono certo essere annoverati tra gli ultras bolscevichi, e nemmeno venir scambiati come stolidi e acritici detrattori (o sostenitori) del potere costituito, di destra, sinistra o centro che fosse
– quanto a coerenza, logica, lessico, capacità di analisi storica e di discernimento ideologico, ho imparato da loro in un’ora di lezione più di quanto non me ne sia venuto da tutti i discorsi pubblici del premier italiano messi in fila uno dopo l’altro
– se il punto precedente venisse tacciato di partigianeria ideologica, la logica che lo riterrebbe tale sarebbe da cosiderarsi non falsificabile, quindi non dimostrativa, ergo puramente retorica
– la mia famiglia può serenamente essere detta cattolica: non ho mai sentito i miei genitori lamentarsi di un’invasione ideologica da parte dei miei docenti liceali
– quanto precede può essere tranquillamente sostenuto anche per i contesti scolastici incontrati dai miei fratelli, da mia moglie e da molte persone sensate da me conosciute
– ho prestato servizio presso (almeno) due licei statali della mia città : ho incontrato colleghi cazzoni, incapaci, banali, ma non ho mai incontrato colleghi con posizioni politiche tali da far del loro lavoro un’opera di proselitismo
– è osceno e oltraggioso che un Presidente del Consiglio svaluti un’istituzione che egli stesso rappresenta, in quanto Primo Ministro di una serie di ministeri che comprende anche quello dell’Istruzione, cioè preposto alle scuole di Stato
– è altrettanto osceno e oltraggioso che possa esserci qualcuno che, un domani, impieghi tali vuote affermazioni per difendere la scuola paritaria. Essa non deve difendersi, se opera in obbedienza al dettato costituzionale. La sua validità non può essere misurata sulla base del sistematico affossamento della scuola statale. Se s’intende istituire un sano confronto tra modelli pedagogici diversi, si diano a tutti gli istituti pari condizioni di partenza, sia come attenta cura della scuola statale, sia come aiuti alle paritarie o alle famiglie. Guai all’uomo che prende le parole dello stolto per difendere il giusto.