Fenomenologia dello studente liceale #1. L’Orsetto

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In ogni classe liceale, seduto in una fila non centrale, siede e osserva il mondo l’Orsetto.
Come i suoi simili, gli ursidi, l’Orsetto è dotato di una pelliccia folta, coda corta, ottimi odorato e udito. Si badi, la prima caratteristica non suggerisce si tratti di studenti di genere maschile, benché tra di essi si annoverino la maggioranza di Orsetti. Il pelo irsuto e abbondante è quel che tiene l’O. lontano dai più: non isolato, ma amante della solitudine, lo studente in questione non suole impiegare troppe parole per interagire con il resto della popolazione. E tuttavia, quando si esprime, rivela una certa autorevolezza, quasi che la mole intellettiva, tenuta nascosta nel tempo, si liberi a brevi tratti e rompa la dura scorza, creando immantinente fazioni di opinione nella sfera centrale degli animali d’aula, per lo più facoceri. L’O. è quindi opinion-leader, ma di questo non va fiero.

Se deve, parla, perché tirato in ballo. Ma non raccoglie ogni provocazione, anzi: quelle del Gufo vengono sistematicamente ignorate, perché eccessivo interesse dimostrato per questioni – diremmo – didattiche (invero, esistenziali), è causa di successive attenzioni, e quindi, va da sé, preoccupazioni. L’O. tuttavia è puntuale nel raccogliere al volo le istanze del suo animale gemello, il Salmone, di cui però si ciba. Ora, il Salmone – cui sarà dedicata analisi particolare – è spessissimo di sesso femminile. Diremo quindi, Salmona. Nell’interazione Orsetto-Salmona emerge evidente l’orsettosità che caratterizza il nostro.

L’O. infatti è tale perché dotato di grandi occhi espressivi. Si tratta di uno sguardo all’apparenza bonario, inoffensivo, non giudicante. E le Salmone spesso si affidano a lui, nei momenti di sconforto, in quanto ottimo ascoltatore, attento conoscitore delle dinamiche animali. Odorato preciso e udito implacabile sono caratteri maturati nel tempo, spesso a causa di esperienze determinanti, non facili, che hanno reso l’O in certo senso esperto di cose della vita. Ma non a suo dire, giacché vige comunque un ferreo understatement, tale da rasentare, agli occhi degli animali docenti, una bassa autostima. Ma è solo apparenza. L’O. conosce il proprio valore, ma lo dispensa con attento equilibrio, incurante delle osservazioni altrui. Di qui, la corda coda, mai di paglia, né agguantabile. Si noti, per inciso, che tale elemento distingue l’O. da un suo simile con cui viene facilmente confuso, lo studente Koala, campione invece di dipendenza da altri. La Salmone gode della presenza accudente del nostro, almeno finché costui non apre le fauci.

Il Gufo ritiene indispensabile l’alleanza dell’O. proprio grazie alle sue possibilità demagogiche, nonché per una certa sua curiosità terapeutica. E tuttavia non potrà richiederla, né corteggiarla. Il Gufo, anzi, non ha strumenti per ottenerla. Può solo sperarla.

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