«Quando la scuola, lontana dalle semplificazioni dei richiami efficientisti alla sola istruzione,
all’addestramento, alla “corrispondenza delle attese del mercato del lavoro”
è scuola del “tempo dato”?
Quando lavora sulle possibili porosità e sulla ricchezza dei vissuti,
delle conoscenze e dei desideri che sono portati dalle donne e dagli uomini.
Una scuola porosa è capace di accogliere, sentire, assorbire ed orientare
nel rapporto attivo con il contesto e il mondo. Porosa nei tempi, nei costrutti,
nei dispositivi, nell’identità , nelle proposte, negli esercizi, di ruolo.
Insieme anche rigorosa per ciò che chiede a chi entra nel gioco,
per la valutazione dei percorsi e dei processi, per la sua attenzione a ciò che accade,
si crea e si trasforma”.
(Ivo Lizzola, Incerti Legami, La Scuola 2012)