lettera ad Internazionale

La rivista settimanale Internazionale ha pubblicato questa mia missiva, nel numero in edicola da venerdì 31 maggio c. a.

Caro Internazionale,
sono un insegnante di filosofia e storia e la classe quinta di cui sono coordinatore si è abbonata a te, in quest’ultimo suo anno di scuola.
Abbiamo spesso, dribblando e integrando il fatidico mai terminato “programma”, discusso a partire dai tuoi spunti e dalle tue analisi.
Abbiamo discusso di nozze gay e di interruzione volontaria di gravidanza, di neofascismi e di fatica della democrazia rappresentativa, di imprenditori suicidi e di senso del lavoro oggi, in Italia, per i giovani e non. E anche di scuola, di come la struttura arranchi, di come la variabile interesse sia marginale, di come esista una sorta di dittatura del manuale nell’era dell’accesso totale alle informazioni.
Non so se abbiamo fatto un buon lavoro. Non lo so davvero, perché non so come andrà l’esame di Stato. E se la classe di cui sono coordinatore sarà ascoltata per la sua intelligenza (anzi, le sue intelligenze, come ci ricorda Gardner) o se invece sarà classificata come una delle scuole dei ricchi e quindi elitaria, costituzionalmente marginale.
Già, perché la classe di cui sono coordinatore è una quinta in un Istituto salesiano, una di quelle scuole che vengono chiamate private e invece sono pubbliche paritarie. La mia è una funzione pubblica e il mio primo riferimento è la Costituzione, non il magistero ecclesiale.
Caro Internazionale, vorrei che tu insistessi nel costruire un dibattito serio sulla scuola in Italia, nel quale al centro ci siano i ragazzi e la loro formazione, nel quale le scuole “private” non possano nel modo più assoluto permettersi di danzare sulle ceneri della scuola statale (che mi ha formato), nel quale ogni istituto venga valorizzato per quel che può dare, nel quale le ragioni ideologiche lascino spazio alle argomentazioni ragionevoli, nel quale si abbandoni l’idea del monopolio dell’educazione, da una parte e dall’altra.
Grazie, mille di queste settimane, Giovanni Realdi – Padova

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