Un’amica e collega mi segnala questa poesia. Mi ha fatto pensare a qualche faccia che ci metterei un attimo in più a riconoscere.
compagni di liceo
stavamo sulla riva – gente che non ho più visto –
in una borsa frutta e formaggio
da sminuzzare col coltello.
La gara era a chi tirava il sasso più lontano
ma senza metafore
ognuno tirava e basta: con tutte le sue forze.
Allo sfinimento si andava via
quasi senza salutarsi,
domani tanto nessuno avrebbe fatto altro.
Si pensava.
Marco Balzano, tratta da Particolari in controsenso, Lietocolle, Faloppio, 2008
A Luca piace questo elemento.
(Il “mi piace” è più facile di scrivere commento…)
“Mai non l’avrei riconosciuto al viso;
ma ne la voce sua mi fu palese
ciò che l’aspetto in sé avea conquiso.
Questa favilla tutta mi raccese
mia conoscenza a la cangiata labbia,
e ravvisai la faccia di Forese”.
Purg. XXIII, vv. 43-48
Eppure talvolta si incrociano di nuovo.
Magari un momento solo, una sera di ultima primavera.
Una l’avevo lasciata alla fermata del 22; l’ho ritrovata con violino e tamburello, suonatrice di pizziche e tarante. E ancora ieri, a mezzanotte, all’uscita del Peggy Guggenheim, per caso nel caos delle calli.