Il 12 aprile scorso si è spento a Genova don Piero Tubino.
E’ una persona che non ho conosciuto, né incontrato. Ma un amico me ne ha fatto un ritratto semplice e commovente, che riporto.
Mi pare un esempio di chi, lontano, come si dice, dai riflettori, ha seminato tanto.
“Ieri sera qui a Genova è morto don Piero Tubino,
primo direttore di Caritas Genova.
E’ della generazione di Nervo.
Uomo coltissimo, di famiglia agiata,
ha sempre mantenuto un aplomb impeccabile
pur girando come una trottola tra le pieghe della societÃ
e su e giù per i Balcani ai tempi della guerra.
Anni fa siamo stati a Venzone, in Friuli,
zona assegnata ai volontari liguri dopo il sisma del ’76.
C’era ovviamente anche lui,
che al tempo si era occupato dell’emergenza,
e tutti lo circondavano con un affetto commovente.
L’ultimo ricordo che ne ho è di pochi giorni prima del Natale. Con il mio capo, siamo andati a prenderlo dal dentista per riaccompagnarlo in casa di riposo
e così, per trasbordarlo dalla carrozzella allo stretto ascensore e poi viceversa
l’ho preso letteralmente tra le braccia come facevo coi vecchietti da obiettore.
Peso e fragilità al tempo stesso, l’impressione che ne ebbi.
“Verrà il giorno in cui altri ti cingeranno le vesti e ti porteranno dove tu non vuoi…”.
Caro fratello,
più questi uomini se ne vanno,
più è chiaro che, degni o meno,
tocca ogni giorno di più a noi” (D. L.)