La cultura della pace ancora oggi si presenta come un’autentica urgenza di sopravvivenza globale ed esige un’ethos basato su rapporti non violenti volti soprattutto a istituire la solidarietà nel vivere collettivo. È noto che l’aggressività può essere bloccata attraverso i meccanismi di identificazione, nello scoprire nell’altro la nostra stessa umanità . Una cultura di pace implica il “vedere e sentire†l’altro (individuo o popolo), il percepire la sua diversità , come ricchezza, non come motivo d’odio.
Alessandro Bruni recensisce il libro di Achille Rossi su Panikkar, QUI