diceriadelluntore:
s. f. [dal lat. tolerantia, der. di tolerare «sopportare, tollerare»]. Tra i suoi significati secondo il Dizionario Treccani, il fatto di tollerare, nel senso di consentire o ammettere che qualche cosa esista, sia fatta, avvenga (…) Atteggiamento teorico e pratico di chi, in fatto di religione, politica, etica, scienza, arte, letteratura, rispetta le convinzioni altrui, anche se profondamente diverse da quelle cui egli aderisce, e non ne impedisce la pratica estrinsecazione, o di chi consente in altri, con indulgenza e comprensione, un comportamento che sia difforme o addirittura contrastante ai suoi principî, alle sue esigenze, ai suoi desiderî.
Dal 9 Maggio a Torino si terrà il Salone Internazionale del Libro. Quest’anno la manifestazione ha come principio Il Gioco del Mondo, la cultura non contempla frontiere o linee divisorie, la cultura i confini li salta. Supera divisioni, frantuma muri, balza dall’altra parte. Per creare. Come fa il lettore del “contro-romanzo” di Julio Cortázar, grande maestro del Novecento, libro sconfinato e invito alla ribellione, alla fuga e all’avventura, perché costruito in modo che chi legge possa scegliere dove andare attraverso le pagine, da leggere oppure scartare (1).
Gli organizzatori hanno invitato anche una casa editrice, la Altafronte di Francesco Polacchi, che presenta l’autobiografia di Matteo Salvini “Io sono Matteo Salvini, intervista allo specchio“ scritta da Chiara Giannini con prefazione di Maurizio Belpietro. La casa editrice in questione è, di fatto, la casa editrice di Casa Pound, e la decisione di coinvolgerla nella manifestazione ha provocato numerose prese di posizione, e molte defezioni, la più clamorosa quella di Christian Raimo che si è dimesso dal comitato editoriale del Salone. Altri hanno deciso di non intervenire a dibattiti e presentazioni già in programma per protesta contro la presenza di Altafronte.
Questo fatto mi ha riportato alla mente il famoso paradosso della tolleranza di Karl Popper. Nel classico La Società Aperta e i suoi nemici (1945, ma edito in Italia solo negli anni ‘70), Popper scrive: La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi. Anni dopo John Rawls in un altro saggio classico, Teoria della giustizia (1971), sostenne in un capitolo che rispondeva al paradosso di Popper che una società che non riconosce la tolleranza agli intolleranti è per definizione a sua volta intollerante. Per superare il vicolo cieco logico, Rawls aggiunge una scorciatoia: è fondamentale tollerare gli intolleranti, finché non costituiscano attivamente un pericolo per la società e le istituzioni della libertà.
Il punto ultimo è centrale, e nella sua lettera di dimissioni, (lettera si fa per dire, con un post su FB), Raimo scrive: Nell’ultimo anno le cose sono cambiate. I neofascisti si stanno organizzando. (…) Matteo Salvini è dichiaratamente organico a quel mondo, e non a caso pubblica la sua intervista con Altaforte (…) Le idee neofasciste, sovraniste sono la base per l’ideologia della forza maggioritaria di governo.
A sostegno di ciò Raimo pesca alcuni passaggi, agghiaccianti a mio avviso, di giornalisti e scrittori, alcuni dei quali presenti alle manifestazioni del Salone.
Faccio un esempio per porvi una questione, su cui davvero mi piacerebbe si potesse discutere (/ovviamente in termini di tolleranza reciproca): X commette un reato, con delle prove schiaccianti. Però queste prove sono state ottenute con modalità non lecite, per cui non sono probanti a livello giuridico, per cui X non è condannato per quel reato. Per la storia X è colpevole, per il sistema giudiziario no. Quelli di Casa Pound, la casa editrice Altafronte e il suo fondatore sono fascisti, lo dicono anche ad alta voce, ma non sono stati condannati per reati legati al reato di apologia.
Li fareste esporre al Salone?
La mia risposta è sì e no, nel più classico degli incipit da pippone socio-metafisico, @diceriadelluntore.
Prima di arrivare al punto, intanto vorrei ringraziarti di aver dato l’impressione che il paradosso di Popper si potesse risolvere con un salomonico
è fondamentale tollerare gli intolleranti, finché non costituiscano attivamente un pericolo per la società e le istituzioni della libertà.
perché tra gli schizzi di sangue vedremo un sacco di bandierine piantate a varie distanze da chi – molto umanamente – ha un concetto parecchio personale di pericolo (per esempio, io manderei in Siberia chiunque lodi o consumi un cioccolato più scuro di quello al latte). Lo dico perché da certe esagitate il titolo di fascista me lo sono visto appioppare a più riprese, tanto da arrivare ad avere l’impressione che la cosa fosse correlata più a un problema psichiatrico che culturale.
Però, in effetti, qua stiamo parlando di un’idea sociale precisa, la cui attuazione in passato ha fatto i ben noti danni… quei famosi danni che il 97% degli studenti hanno potuto leggere velocemente nell'ultima settimana di maggio prima dell’esame di maturità.
Un qualcosa di abbastanza definito e preciso.
Ora, io credo che Raimo e i Wu Ming abbiano compiuto un grande e coerente atto di coraggio a negarsi e con tutto il cuore spero che questo gesto emblematico (nel senso etimologico del termine di ‘figura simbolica di un'idea, di un concetto’) possa aver dato il via a una volontà di defezione di massa di altri autori ed editori, al punto che – lasciatemi sognare – tutto l’impianto fieristico abbia a saltare.
In caso contrario, questa rimane una nobile presa di posizione fine a se stessa.
Per carità, basta un hobbit che accenda il primo dei tanti Fuochi di Amon Din a far divampare la speranza ma la mia impressione (e il mio timore) è che le uniche sollevazioni popolari saranno per fare la ola a qualche giuoco di palla o a un’aggiunta di qualche giga al proprio traffico dati mensile.
Non stiamo forse parlando di libri⸮ E coi libri a fine mese mica ci dai da mangiare ai tuoi figli (ho usato l’irony punctuation per evitare derive analfabetiche)
Quindi questa, alla fine, risulterà come una frignata di zecche radical chic poco adese alla tragica realtà di un’Italia piena di extracomunitari stupro-ladranti… e credo che il mondo social mi darà tristemente ragione (se non lo sta già facendo).
Se poi ci mettiamo l’inevitabile gonadocefalo che – mi ci gioco l’ultima barretta di cioccolato bianco dalle mie scorte per l’apocalisse zombie – andrà a buttare della vernice rossa o della benzina fiammiferata sullo stand di Altafronte, capirete quanto Salvini si stia già fregando le mani per il bel regalo di visibilità antifascista contro gli anti-antifascisti che gli stanno per regalare.
Oh… io per primo in passato ho fatto le mie agitazioni alla francese a colpi di byte, però vi dico che accetterò lezioni di antifascismo – quello vero – solo da chi mi dimostrerà di essere andato di persona a manifestare attivamente e pacificamente ovunque ce n'è stato e ce ne sarà bisogno e non solo postando link infuocati dalla tranquillità della propria cameretta.
Le idee fisse sono come i crampi ai piedi: il rimedio migliore contro di esse è camminarci sopra (Soren Kierkegaard)
