Alameda

Ha più di 5 milioni di abitanti, non so quanti milioni di automobili, e quanti miliardi di claxon e sirene e tubi di scappamento. Ci sono cani randagi dappertutto e anche persone randagie, che vivono per strada, dormono per strada, a volte bevono fino a stramazzare al suolo, altre volte evidentemente non hanno sete e restano lì, a chiedere l’elemosina, a guardare la gente che passa, o a dormire, in maniera più o meno strutturata, a lato della strada. La città è tagliata in due dalla “alameda”, che in realtà si chiama Avenida Libertador General Bernardo O’Higgins, e non so se è più lungo il nome o la strada stessa. Che è anche larga, otto o nove corsie, perchè una corsia mi sa che è per gli autobus, ma solo in un senso di marcia, chissà perchè. Un pezzo della alameda lo percorro tutti i giorni a piedi per andare al lavoro, e ogni giorno è un film, perchè non c’è solo il traffico delle auto, il più banale, ma c’è anche quello pedonale, con fiumi di gente che cammina nei due sensi, ma così tanta che a volte mi trovo bloccata e non riesco neanche a superare chi va più piano perchè sta scrivendo al cellulare, perchè è su una sedia a rotelle, o perché semplicemente non ha fretta (non che io ne abbia, peraltro). E poi è tutto un festival di economia informale, ossia di gente che per strada vende qualsiasi cosa, dall’accendino, all’abbigliamento, all’attrezzo per scavare le zucchine a quello per sturare il lavandino. E ogni giorno è diverso, così che non c’è da annoiarsi, ma anzi si scopre sempre qualcosa, e ogni tanto ti compri una spremuta d’arancia per il viaggio, o qualche cosa che puoi evitare di comprare al supermercato e lo compri direttamente sulla Alameda. Mitica Alameda, che devi imparare dove la puoi attraversare, perché non è che puoi attraversarla dove ti pare e a volte, se ancora non sai bene, ti tocca fare dei giri assurdi prima di trovare l’agognato passaggio pedonale. I cani randagi sono intelligenti, e hanno capito come si fa, ed è incredibile vederli che aspettano il semaforo verde prima di farsi traascinare dall’onda umana che li porta al di là della strada.

Continua a leggere il report, di Michela Giovannini, da Santiago del Cile QUI.

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